La chiesa di San Carlo al Corso, dedicata a San Carlo Borromeo, è la chiesa dell’antica residenza dei Gesuiti di Noto, edificata a partire dal 1730 probabilmente su progetto di Rosario Gagliardi.
La facciata, a tre livelli, è caratterizzata da colonne libere e dal caratteristico andamento mistilineo-convesso. Il materiale da costruzione è la dorata calcarenite locale. Essa è una delle più belle di tutte le chiese netine; è divisa verticalmente da tre ordini le cui trabeazioni presentanti greche scolpite a bassorilievo sono sostenute da colonne in stile dorico in quello inferiore, di stile ionico in quello centrale e di stile corinzio in quello superiore. Inoltre la facciata presenta tre scenografici portali, quello centrale è inquadrato da due nicchie incavate nella parete, sormontate da due piccoli timpani spezzati, mentre quelli laterali sono ambedue sormontati da una piccola trabeazione rettangolare, decorata da motivi geometrici (bisogna però dire che dei due portali laterali, solo quello di destra dà l’accesso alla chiesa, mentre l’altro è stato separato dalla chiesa ed è adibito ad esercizio commerciale). La finestra posta nell’ordine centrale è sormontata da un timpano triangolare ed è anch’essa attorniata da due nicchie simili a quelle poste ai lati del portale principale d’ingresso. Sopra vi si trova un rosone di forma romboidale somigliante ad una croce, ai cui lati sono poste due nicchie laterali di forma ottagonale.
L’interno si divide in tre navate disposte a “Croce Latina”, coperte da una volta a botte e separate da ampi colonnati che formano poderose arcate al cui centro vi sono posizionati degli Angeli sostenenti delle targhe in marmo dentro cui vi sono scritti passi biblici in latino.
Nella navata centrale troviamo uno stupendo Pulpito ligneo sostenuto da un possente grifone, animale mitologico simbolo dell’Ordine Monastico dei Gesuiti. La volta risulta decorata da stucchi policromi e da affreschi attribuiti a Costantino Carasi che raffigurano rispettivamente “La Trasfigurazione del Profeta Elia”, “Il Trionfo dell’Agnus Dei” e “La Guarigione del Paralitico operata da San Pietro”. Mentre sui pennacchi della cupola sono affrescati gli Evangelisti, e sotto sono collocate quattro statue che rappresentano le Virtù cardinali: Temperanza e Fortezza (a destra) e Giustizia e Prudenza (a sinistra).
L’Altare Maggiore è sovrastato dall’enorme scultura in bassorilievo raffigurante la “Luce di Cristo”, proveniente dall’antico Convento dei Gesuiti di Noto Antica. Ai lati sono collocate due statue in marmo che simboleggiano la Fede e la Speranza, opere dello scultore Giuseppe Giuliano.
Negli Altari delle due navate troviamo: una tela raffigurante “San Carlo Borromeo che visita gli appestati”, una statua marmorea raffigurante la “Deposizione di Cristo dalla Croce” e due statue lignee raffiguranti “Santa Lucia” e “San Corrado”. due quadri raffiguranti “Sant’Ignazio di Loyola” e “La Fuga di Gesù in Egitto” entrambi risalenti al periodo settecentesco. Da ammirare anche una bella statua del “Sacro Cuore” e uno splendido “Crocifisso” ligneo sotto cui c’è una nicchia recante una statua raffigurante la “Madonna Addolorata”.
Alla fine della navata destra vi è la “Cappella del Santissimo Sacramento”, presentante un bell’altare di fattura barocca decorato da stucchi policromi. Sull’altare della Cappella vi è collocata una bella statua che raffigura la “Madonna Immacolata”.
Alla fine della navata sinistra si trova la Cappella consacrata a “San Carlo Borromeo”, caratterizzata da un imponente cancello in ferro battuto e adornata da affreschi turchesi e da pregevoli stucchi policromi e sul cui altare è situata una bella statua raffigurante “San Carlo Borromeo”.
Nella cantoria che sovrasta il portale centrale si trova un bellissimo organo settecentesco di pregevole fattura.
Sotto la Chiesa vi è posta la Cripta con volta a botte e pareti in pietra locale (nota come “Petra Giuggiulena”) in cui venivano seppelliti i Frati Gesuiti che, dopo esser stata staccata dalla chiesa e utilizzata prima come magazzino e tipografia, oggi, dopo un accurato restauro, ospita un pub.
Questa chiesa svolgeva le funzioni di vicecattedrale nel periodo in cui la Cattedrale di San Nicolò era inagibile per i lavori di ricostruzione. Qui vi era allocata anche l’Urna contenente il corpo di “San Corrado Confalonieri”.
DA NON PERDERE: visita della Torre Campanaria
Apprezzato punto panoramico da cui poter ammirare la città di Noto dall’alto. Consigliatissimo, specie al tramonto!
Ticket € 2,00.
Curiosità. Il terrazzo della torre campanaria della Chiesa di San Carlo è stato scelto dal regista Michelangelo Antonioni come set del suo film del 1960, “L’avventura”: da qui si affaccia l’architetto Gabriele Ferzetti che alla vista di quel superbo spazio urbano esclama: “Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici…che libertà straordinaria”.
La facciata del Convento dei Gesuiti è la più bella ma anche la più ampia di tutta la Provincia di Siracusa per quanto riguarda quelle di Conventi e Monasteri, perché costeggia tutto l’isolato e si presenta ricca di elementi architettonici in stile barocco. Essa è divisa in due ordini da una trabeazione merlata contraddistinta da decorazioni floreali in bassorilievo, raffiguranti rosette e ghirlande floreali poste alternate; presenta tre portali di cui quello centrale distanziato da quelli laterali da 8 aperture (4 per lato), che a loro volta sono distanziati dalla Chiesa di San Carlo e dalla Piazza XVI Maggio da 6 aperture (tre per lato), tutte di forma quadrangolare, sopra cui vi è una finestra rettangolare a vertice arcuato, sormontata da tre travette di pietra poste ad arco, inquadrati da un doppio ordine di pilastri a capitello tuscanico (in tutto 12). Il portale principale di forma arcuata (con decorazioni floreali a bassorilievo e la chiave di volta sotto forma di un mascherone grottesco) si presenta convesso verso l’esterno ed è caratterizzato da un doppio ordine di colonne che sorreggono delle figure antropomorfe grottesche che, a loro volta, sorreggono il balcone (racchiuso da inferriate bombate in ferro battuto), decorato sempre con ghirlande a bassorilievo di tipo floreale sopra cui vi è un volto fanciullesco e al centro è posto un timpano spezzato come coronamento.
Gli altri due portali sono in linea con la facciata; essi sono di forma arcuata (sempre con ghirlande floreali a bassorilievo) inquadrati da due pilastri per lato con capitelli agghindati sempre con motivi floreali scolpiti, che sorreggono anch’essi un balcone sempre con inferriate bombate la cui apertura stavolta è di forma poligonale sopra cui è posto un cartiglio barocco che riportava uno stemma araldico (oggi poco leggibile). Tutte le finestre dell’ordine superiore (delimitate sempre da un doppio ordine di pilastri) sono di forma arcuata con timpano circolare a base aperta. La parte che si affaccia presso la Piazza XVI Maggio presenta cinque finestre barocche; la prima, la terza e la quinta sono di forma quadrangolare con timpano spezzato; la seconda e la quarta sempre quadrangolari, sono più piccole e hanno un cerchio di pietra posto come coronamento. Poi vi sono altre finestre poste irregolarmente, tutte di forma quadrangolare ma senza particolari decorazioni.
I locali interni, al contrario di quelli esterni, sono stati lottizzati a seconda della destinazione d’uso ma non sono stati stravolti avendo ancora la struttura portante ed elementi architettonici settecenteschi. Essi sono stati adibiti ad uso commerciale (bar, negozi), scolastico (qui vi è la sede del Liceo Classico Di Rudinì) e abitativo. Va comunque detto che un’ala del vecchio Convento ospita tuttora l’Assessorato al Turismo del Comune di Noto, un Convitto religioso (Convitto Ragusa), e la nuova sede dell’Accademia Musicale Netina (prima ospitata nel vicino Palazzo dei Crociferi) che si affaccia presso il grande Chiostro (oggi adibito come cortile interno); e ultimamente presso l’ingresso di Vico Carrozziere (posto a collegamento tra la Piazza XVI Maggio e la Via Ducezio) è stato posto il Museo del Presepe di Noto (il cui costo d’ingresso è di 1 euro, per eventuali informazioni visitate il sito www.museodelpresepenoto.it).