Il Palazzo Vescovile è situato tra la Cattedrale e la Basilica del SS. Salvatore in una splendida posizione sopraelevata rispetto a Piazza Municipio. Il Palazzo, residenza del Vescovo e degli uffici della Curia della Diocesi di Noto, è stato progettato alla fine del settecento per volere del 3° Vescovo di Noto, Mons. Giuseppe Mario Mirone.
Raggiungibile da una scalinata che parte dalla piazzetta sottostante, si caratterizza per l’elegante stile neoclassico che non stona minimamente con gli altri edifici in stile barocco. La facciata presenta numerosi balconi, un bel portale d’ingresso ai cui lati si trovano altri portoncini e un grande timpano triangolare merlato con lo stemma di Monsignor Mirone.
L’interno presenta due scalinate che conducono ai vari uffici della curia vescovile. E’ possibile visitare questo palazzo previa autorizzazione del Vescovo di Noto.
La piazzetta Trigona si caratterizza per la sua originale forma ad esedra e per la presenza di una corona di ficus benjamin, regolarmente sfrondati per assumere la forma squadrata che li contraddistingue. Ma ciò che più identifica questo spazio pubblico è il “Palchetto della musica“, una struttura di ferro semicircolare, dotata di sedute e camminamenti concentrici su tre livelli distinti, che in passato ospitava la banda musicale cittadina.
Curiosità. La nascita e la storia della Curia Vescovile di Noto fu complessa e travagliata. La prima richiesta di elevarsi a sede vescovile fu avanzata nel 1212, quando Isimbardo Morengia, signore dell’antica Noto, fondò il monastero cistercense di Santa Maria dell’Arco. Una nuova richiesta venne formulata il 14 Giugno 1433 a Papa Eugenio IV e un’altra, anch’essa dall’esito infruttuoso, inoltrata il 22 Gennaio 1450 a Niccolò V. Stessa sorte alle iniziative del 1594 e del 1609. Pesava fin troppo l’influenza dei vari Vescovi di Siracusa che non vedevano di buon grado la creazione di una nuova diocesi che avrebbe limitato il loro potere e inibito gli introiti.
Solo nel 1844 e per volere del Re Ferdinando II, approfittando dei disagi patiti dai siracusani alla prese con una virulenta epidemia di colera che decretò la vacanza dell’arcivescovado e il passaggio del capoluogo di provincia a Noto, la Santa Sede si decise a porre fine alle innumerevoli suppliche della popolazione e dei vari governi cittadini. Attualmente la diocesi di Noto comprende cinque comuni ricadenti nella provincia di Siracusa (Avola, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini, Noto) e quattro della provincia di Ragusa (Modica, Ispica, Scicli e Pozzallo).